Pac Man

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... vita, morte e miracoli di una palletta gialla.

Correva l’anno 1979, l’ambiente era quello di una classica uscita tra coetanei, una normalissima cena tra amici, tra cui era presente Tohru Iwatani (che allora lavorava per la Namco), una cena che avrebbe cambiato per sempre il mondo dei videogiochi.
Si narra che proprio durante quella serata, Tohru rimase estasiato nell’osservare una pizza da cui era stata tagliata una fetta... pizza che, evidentemente, fece scattare qualcosa nella testa del game designer di Namco: quattordici mesi dopo nacque Pac-Man.

Il 22 maggio del 1980 Pac-Man (conosciuto originariamente, in Giappone, col nome di PuckMan), è pronto a fare il suo esordio nelle sale giochi di tutto il mondo, diventando, in men che non si dica, un vero e proprio classico dei videogiochi, osannato ancora oggi, come una delle maggiori icone del mondo videoludico.

Lo schema di gioco era semplice ma azzeccato: al giocatore veniva dato il controllo di Pac-Man, una “pallina” gialla dotata di bocca, e il suo scopo era quello di mangiare tutti i puntini lampeggianti presenti nel livello, senza farsi toccare dai quattro fantasmini che passeggiavano allegramente in giro.
Nel tempo, vennero fatti numerosi seguiti ed altrettante conversioni del gioco, ma non tutte sono riuscite come si era sperato.

In particolare la versione per l’Atari 2600 venne realizzata male e velocemente e, vuoi per il scarso impegno posto nel suo sviluppo, vuoi per l’hardware, ormai, limitato della console, questa conversione si rivelò buggata all’inverosimile e priva di molti aspetti che avevano decretato un capolavoro il gioco originario. Man mano che il tempo passava, e che le idee si esaurivano, vennero proposti dei veri e propri stravolgimenti a ciò che il gioco era stato fino ad ora; se, inizialmente, erano stati proposti vari sequel con qualche variazione sul tema, senza però cambiare di molto la formula base (come ms. Pac-Man e Super Pac-Man), con l’uscita di Pac Land si assistette ad una vera e propria rivoluzione: abbandonando i classici labirinti, simbolo della serie, Pac-Man venne dotato di braccia e gambe, trasformando il gioco in un platform, molto più simile a Super Mario, che al puzzle game a cui eravamo, ormai, abituati.

Pac Land, non fu l’unica incursione, nel mondo dei platform, fatta dalla palletta gialla e, chiaro esempio di ciò, è l’episodio Pac-Man World, che è diventato una vera e propria serie a sé stante, cui seguirono ben due sequel (Pac-Man World 2 e Pac-Man World 3).
Nonostante, quest’ultimi episodi furono dei giochi, tutto sommato, divertenti, non avevano nulla da spartire col carisma e il divertimento che il primo Pac-Man era stato in grado di offrire.

Dopo qualche altro episodio “illegittimo”, nel 2007, Tohru diede l’addio alla sua creatura e al mondo dei videogiochi in generale, sviluppando Pac-Man championship edition, un titolo estremamente divertente e maestoso che riproponeva il medesimo gameplay del primo, storico, episodio, riproposto in chiave moderna, ma senza snaturare lo spirito del capostipite.

Nel 2010 Namco Bandai fece uscire una versione ulteriormente migliorata del gioco d’addio di Tohru: Pac-Man championship edition DX.
DX prese tutto ciò che c’era di buono nella versione “standard”, aggiungendo livelli e modalità; quello che ne uscì fu il tributo definitivo a Pac-Man.

Pac-Man è, senza dubbio, uno dei migliori giochi che il nostro mondo abbia mai visto, che fu in grado, a suo tempo, di tenere incollate allo schermo, del proprio cabinato, milioni di giocatori di tutto il mondo all’insegna del classico detto “ancora una e poi smetto”.
A distanza di più di trent’anni, dalla sua nascita, e nonostante le varie versioni fino ad oggi uscite, il primo, indimenticabile Pac-Man, rimane l’episodio preferito dai fan.
Possa Dio benedire l’inventore della pizza.